ANDROIDE E GINOIDE
Le caratteristiche di questi due biotipi, sono l’accumulo del tessuto adiposo, o verso la parte alta del corpo o sulla parte bassa.
In questo breve post, ci concentreremo sulle metodiche di allenamento per l’uno e per l’altro.
ALLENAMENTO PER ANDROIDI (conformazioni a Mela):
Meglio se svolto durante il picco di cortisolo (tra le 7 e le 9 del mattino).
In questo caso, nella parte centrale dell’allenamento si da priorità alla parte inferiore del corpo, utilizzando esercizi multiarticolari (squat, affondo, stacco, step up), con ripetizioni che vanno dalle 8 alle 15; con carichi importanti ed esercizi ad alta intensità e sinergia, non ci sarà il problema dell’aumento delle gambe in termini di circonferenza: assisteremo semplicemente ad un miglioramento fisiologico del tono muscolare;
la parte superiore del corpo, quella in cui vi è il maggior quantitativo di grasso, otterrà un grande beneficio dall’utilizzo di CIRCUIT TRAINING, in cui si alternano senza pausa (o recuperi “attivi”) esercizi con sovraccarico per la parte superiore del corpo e stazioni aerobiche (step/cyclette/tappeto/vogatore).
ALLENAMENTO PER GINOIDI (conformazione e Pera):
Andrebbe svolto durante il picco di testosterone circadiano (che si ha durante il giorno e che si ripete con ciclicità durante la settimana).
Nelle prime sessioni di allenamento è importante capillarizzare il corpo attraverso esercizi multifunzionali che comportino il continuo circolo del sangue dal basso verso l’alto; le camminate sul tappeto risultano fondamentali soprattutto se si esegue bene il movimento di tacco-punta che va a stimolare la Soletta di Lejar (la pompa venosa e linfatica che abbiamo a livello del piede che favorisce il ritorno venoso del sangue e limita il ristagno venoso); oppure lavoro a circuito ma con poco carico e ripetizioni lunghe in modo da favorire più la capillarizzazione
Il classico errore che si commette, è quello di puntare sull’allenamento intenso delle gambe poiché spesso si va a lavorare in acido lattico. Questo causa,richiamo di acqua, trattenendone di più nel distretto,causando ritenzione e portando la zona ad essere perennemente infiammata.
Se l’errore allenante è commesso con frequenza tutto ciò che consegue va dall’insorgere della classica (buccia d’arancia) per poi passare ai vari stadi della cellulite.
L’allenamento della parte superiore può basarsi sull’utilizzo di carichi importanti e ripetizioni che vanno dalle 8 alle 15; per la parte inferiore oltre ai circuiti,è consigliabile, proprio per stimolare il tessuto muscolare, utilizzare esercizi per le gambe che non superino le 5-6 ripetizioni (forza) e i 30″ circa di esecuzione, senza arrivare ad esaurimento.
Questo sarà un ottimo stimolo dal punto di vista muscolare e non vi sarà secrezione di acido lattico.
Naturalmente le indicazioni sopracitate sono delle linee guida generali di cui tutti possono tenerne conto, sopratutto
i neofiti, ma per un allenamento specifico bisognerà valutare il soggetto in maniera individuale e personalizzata, analizzando il proprio biotipo e la categoria morfologica di appartenenza.
Per una progressione di lavoro sarà fondamentale
differenziare i carichi e le metodologie, tenendo conto delle “risposte” che si otterranno contestualizzando il tutto ad ogni singolo individuo.
Salvo Buscema